Dott.Tomasiniello, marito della signora Laura
Cosa vuol dire vivere con un familiare affetto da Sclerosi Multipla? Ci sono degli aspetti nella vita quotidiana che sono difficili o che magari lo sono stati inizialmente?
Senza dubbio, questa realtà può essere impegnativa. Mi piacerebbe, ad esempio, avere l’opportunità di uscire più spesso per delle passeggiate o magari per un viaggio. In realtà, ogni tanto, riusciamo a concederci una breve camminata, anche se mia moglie si stanca presto a causa dello sforzo.
È sorprendente pensare che abbiamo una notevole differenza d’età – lei ha 59 anni e io 72 – e che rappresentiamo l’opposto di ciò che l’età di solito comporta: lei più giovane ma un po’ più provata dalla salute, e io un po’ più anziano ma fortunatamente in buona salute. Alla fine, tutte queste differenze non contano, perché ci compensiamo.
Come ha influenzato la sua vita quotidiana? Come ha sostenuto sua moglie nel gestire la malattia e nel prendersi cura di sé stessa?
Nel momento in cui ci siamo incontrati, ero pienamente impegnato nella mia professione di medico. Non ho mai dovuto rinunciare al mio lavoro o alle relative responsabilità, poiché Laura non mi ha mai creato grandi complicazioni. Nel tempo, purtroppo le sue condizioni di salute sono peggiorate, al punto che, se in passato riusciva autonomamente a recarsi in auto dalla fisioterapista, ora non può più farlo a causa del suo piede birichino. Da qualche anno sono in pensione e sono io ad accompagnarla, ma alla fine cosa cambia? Per me non c’è alcun problema!
L’unico aspetto che mi pesa profondamente è quello psicologico ed emotivo. Vedere una persona a cui tengo immensamente soffrire non è bello.
Revert Onlus si impegna da anni a migliorare la qualità della vita delle persone colpite da Sclerosi multipla. Come siete entrati in contatto con Revert e in cosa vi ha sostenuto?
Un giorno, mi trovavo a casa e mentre guardavo il programma televisivo Forum, rimasi incuriosito dall’intervista rilasciata dal Prof. Angelo Vescovi. Le sue parole catturarono la mia attenzione, tanto che iniziai a cercare subito un contatto per raggiungerlo. Dopo diverse ricerche online, riuscii a parlare con una bravissima biologa che collabora con il direttore scientifico Vescovi presso l’Università Bicocca di Milano. È stata proprio lei a suggerirmi di esplorare il sito di Revert, e sono rimasto notevolmente impressionato dall’impegno di tutto il team scientifico nel perseguire la loro missione.
Come vive l’attesa per la fase 2 della sperimentazione e quali risultati si aspetta? Quali sono gli obiettivi ma anche le speranze che ripone nel futuro e nel progresso della ricerca scientifica?
In fondo, la speranza più profonda è che questa malattia possa essere fermata, o quantomeno rallentata. Sono consapevole che per mia moglie, che soffre di una malattia cronica e soprattutto progressiva, ciò sembri quasi impossibile. Tuttavia, mi auguro che questa sperimentazione possa procedere con determinazione e che magari grazie alle cellule staminali si possa conseguire un risultato significativo per tutti i pazienti.