L’approccio sperimentale
Nel 2006 è stato creato il Laboratorio Cellule Staminali, Cell Factory e Biobanca – dove vengono raccolte, coltivate ed espanse cellule staminali isolate dal Sistema Nervoso Centrale. La Banca è stata realizzata grazie ai fondi raccolti da Revert (allora Neurothon), Fondazione Cellule Staminali di Terni, Ospedale Santa Maria, Associazione Pro-Roberto, Fondazione Borgonovo, Carit e Fondazione Milan. 200.000 cellule sono in grado, in meno di un anno, di generare un numero di cellule pari a quelle di un intero organismo adulto. Oltre alla capacità di duplicarsi in maniera estensiva, le cellule staminali così ottenute possiedono caratteristiche che le rendono particolarmente adatte al loro utilizzo in ambito clinico. È stato infatti dimostrato che le cellule staminali neurali non sono tumorigeniche e soprattutto sono in grado di originare le tre principali popolazioni cellulari del sistema nervoso centrale, ovvero i neuroni, le cellule “pensanti” che trasmettono i segnali nervosi, gli oligodendrociti, che, come vere e proprie “guaine isolanti” avvolgono le terminazioni nervose permettendo la trasmissione dei segnali elettrici e gli astrociti che supportano i neuroni, li “alimentano” e li “disintossicano”. Le linee cellulari possono essere congelate utilizzando vapori di azoto e conservate per anni in appositi contenitori che costituiscono la banca vera e propria. All’occorrenza le cellule possono essere scongelate ed utilizzate senza che alcuna delle loro proprietà sia “scaduta” e quindi alterata.
«In tutte le fasi della ricerca e in tutte le scoperte a cui ho partecipato c’è un unico grande filo conduttore: il controllo della vita cellulare applicato alle malattie neurodegenerative, attraverso l’utilizzo della plasticità cellulare» A. Vescovi
L’approccio terapeutico
Il trapianto di cellule staminali in generale, e di staminali cerebrali in particolare, costituisce una reale possibilità di trovare finalmente la cura per le malattie neurodegenerative. Nel 2012, la tecnica tutta italiana messa a punto dal Professor Angelo Luigi Vescovi ha permesso di realizzare in pazienti affetti da SLA il primo trapianto al mondo che impiega cellule staminali cerebrali utilizzando una procedura analoga a quella della donazione volontaria di organi negli individui adulti. Nell’ambito del trial clinico di Fase I (EudraCT 2009-014484-39 consultabile sul sito www.clinicaltrial.gov o tramite Osservatorio della Sperimentazione Clinica dell’AIFA) con pazienti affetti da SLA, il trapianto è stato effettuato nella regione cervicale del midollo spinale in prossimità dei motoneuorni, le cellule nervose che controllano i movimenti di tutta la muscolatura e che nella SLA muoiono gradualmente, portando ad una paralisi progressiva della muscolatura, fino a causare la morte.
I pazienti vengono sottoposti ad una procedura di laminectomia che espone il midollo spinale permettendo quindi di realizzare l’infusione di cellule direttamente a livello del midollo stesso. Il trapianto viene effettuato con l’utilizzo di un dispositivo microchirurgico che permette di raggiungere le corna ventrali del midollo spinale con estrema precisione ed in completa sicurezza. L’infusione vera e propria, invece, avviene con l’utilizzo di un microiniettore che permette di iniettare volumi estremamente piccoli, 15 millesimi di millilitro che contengono circa un milione di cellule staminali cerebrali. Ogni paziente riceve tre o sei iniezioni di cellule.
«Tutte le tecniche terapeutiche devono rispettare la vita» A. Vescovi