le cellule staminali

Le cellule staminali sono cellule indifferenziate dotate della capacità di dare origine alle diverse tipologie di cellule presenti nell’organismo.
Sono caratterizzate dalle proprietà di:
  • Autorinnovamento, caratteristica grazie alla quale le cellule staminali sono in grado di riprodurre se stesse compiendo un numero illimitato di cicli replicativi.
  • Potenziale differenziativo, inteso come la capacità di una singola cellula di dare origine a una progenie che comprende differenti tipi cellulari.
Nel 1996 il Professor Vescovi ha scoperto il metodo che permette di isolare cellule staminali del cervello umano, moltiplicandole in modo virtualmente illimitato e aprendo la strada alla ricerca.

UN APPROCCIO ETICO: STUDIARE E PROTEGGERE LA VITA

La tecnica messa a punto nel 1996 da Angelo Vescovi coniuga ricerca scientifica avanzata ed etica perché utilizza la stessa procedura autorizzativa e di certificazione della donazione volontaria di organi per trapianto da individui adulti. Le cellule staminali cerebrali impiegate provengono esclusivamente da tessuto cerebrale prelevato da feti deceduti per cause naturali. È quindi assolutamente escluso l’utilizzo di cellule staminali embrionali, così come il ricorso alla clonazione umana. Secondo Vescovi la scienza ha lo scopo di comprendere, studiare, proteggere e curare la vita umana. Per questo tutte le tecniche terapeutiche utilizzate devono rispettare la vita che, per i ricercatori di Revert, inizia nel preciso istante in cui avviene l’atto della fecondazione.

Il lavoro di ricerca condotto dal gruppo di Revert dimostra che la sperimentazione clinica con le cellule staminali si può realizzare senza distruggere la vita, grazie a tecniche alternative all’utilizzo di cellule staminali embrionali. Il prelievo e l’isolamento delle cellule staminali sono effettuati esclusivamente nel pieno rispetto di tutti i principi dell’etica e della morale, dietro specifiche autorizzazioni dei Comitati Etici.

«Come scienziato ed essere umano non posso prendere in considerazione nessuna tecnica che costruisce la vita, o utilizza la vita che già c’è, con lo scopo di smembrarla e distruggerla ai fini di ricerca. È la negazione della nostra stessa natura» A. Vescovi

STAMINALI DA CELLULE ADULTE: UNA REALTÀ VICINA

Le cellule utilizzate da Revert per la sperimentazione possono essere amplificate in laboratorio per dare origine potenzialmente a miliardi di cellule staminali disponibili sia per lo studio delle patologie neurodegenerative sia per l’eventuale utilizzo terapeutico. Attualmente vengono utilizzate due tipologie di cellule:

  • le cellule staminali cerebrali ottenute da aborto spontaneo con una modalità di prelievo uguale a quello della donazione d’organo;
  • le cellule staminali indotte pluripotenti, ottenute utilizzando cellule adulte, come per esempio quelle della pelle, che vengono riprogrammate in laboratorio e
    riportate ad uno stadio embrionale.

Le cellule staminali neurali trattate presso l’Unità Produttiva per Terapia Avanzata (UPTA) di ISBReMIT a San Giovanni Rotondo, sono prodotte in regime di GMP (Good Manifacturing Practice), secondo la normativa italiana ed europea.  Le ricerche fin qui condotte in fase preclinica hanno dimostrato che le cellule staminali cerebrali sono in grado di portarsi in prossimità di zone in cui sono in corso processi di morte cellulare e di bloccarli, normalizzando la fisiologia tramite il rilascio di sostanze trofiche e rigenerative.

 

«Le cellule staminali, se vogliamo usare una metafora, sono l’ufficio manutenzione del nostro organismo» A. Vescovi

L’approccio sperimentale

Le cellule staminali cerebrali umane isolate dal Sistema Nervoso Centrale vengono raccolte, coltivate ed espanse presso l’Unità Produttiva per Terapia Avanzata (UPTA) di ISBReMIT a San Giovanni Rotondo. 200.000 cellule sono in grado, in meno di un anno, di generare un numero di cellule pari a quelle di un intero organismo adulto. Oltre alla capacità di duplicarsi in maniera estensiva, le cellule staminali così ottenute possiedono caratteristiche che le rendono particolarmente adatte al loro utilizzo in ambito clinico. È stato infatti dimostrato che le cellule staminali neurali non sono tumorigeniche e soprattutto sono in grado di originare le tre principali popolazioni cellulari del sistema nervoso centrale, ovvero i neuroni, le cellule “pensanti” che trasmettono i segnali nervosi, gli oligodendrociti, che, come vere e proprie “guaine isolanti” avvolgono le terminazioni nervose permettendo la trasmissione dei segnali elettrici e gli astrociti che supportano i neuroni, li “alimentano” e li “disintossicano”. Le linee cellulari possono essere congelate utilizzando vapori di azoto e conservate per anni in appositi contenitori che costituiscono la banca vera e propria. All’occorrenza le cellule possono essere scongelate ed utilizzate senza che alcuna delle loro proprietà sia “scaduta” e quindi alterata.

«In tutte le fasi della ricerca e in tutte le scoperte a cui ho partecipato c’è un unico grande filo conduttore: il controllo della vita cellulare applicato alle malattie neurodegenerative, attraverso l’utilizzo della plasticità cellulare» A. Vescovi

L’approccio terapeutico

Il trapianto di cellule staminali in generale, e di staminali cerebrali in particolare, costituisce una reale possibilità di trovare finalmente la cura per le malattie neurodegenerative.

Nel 2012, grazie alla tecnica tutta italiana messa a punto dal Professor Vescovi è stato effettuato il primo trapianto al mondo di cellule staminali  cerebrali umane in pazienti affetti da SLA.

Nell’ambito del trial clinico di Fase I che si è concluso a dicembre 2015 (EudraCT 2009-014484-39 consultabile sul sito www.clinicaltrial.gov o tramite Osservatorio della Sperimentazione Clinica dell’AIFA) il trapianto è stato effettuato utilizzando una procedura analoga a quella della donazione volontaria di organi negli individui adulti e l’inoculo delle cellule è avvenuto nella regione cervicale del midollo spinale in prossimità dei motoneuorni, le cellule nervose che controllano i movimenti di tutta la muscolatura  e che nella SLA muoiono gradualmente, portando ad una paralisi progressiva della muscolatura, fino a causare la morte.

A gennaio 2018 è iniziata invece una sperimentazione clinica di Fase I in pazienti affetti da Sclerosi Multipla. Nell’ambito di questo studio clinico che si è ufficialmente concluso ad agosto 2022, le cellule sono state trapiantate a livello intracerebroventricolare.